Grotte Is Zuddas SANTADI
La cavità si sviluppa all’interno del monte Meana, un massiccio costituito da rocce dolomitiche molto antiche risalenti a 530 milioni di anni fa. La grotta, ancora in attività, fu scoperta dagli speleologi nel 1971. La temperatura interna costante è di 16 gradi, con un tasso di umidità vicino al 100%.
Su un percorso di 500 metri si possono ammirare imponenti concrezioni, stalattiti e stalagmiti, colonne, stalattiti a formazione tubolare, cannule e soprattutto le rare aragoniti aghiformi, concentrate in una unica sala e chiamate dagli speleologi “fiori di grotta“. Questi ciuffi di cristallo bianco si sviluppano in ogni direzione (contro la legge di gravità) in spettacolari formazioni filiformi, rendendo unica la grotta.
Nella parte iniziale della cavità si possono osservare i resti scheletrici del Prolagus sardus, un lagomorfe (lagomorpha) dalle dimensioni di una lepre, presente solamente in Sardegna e in Corsica ed estintosi circa 400 anni fa.
info: 0781 955741 google maps: Grotte Is Zuddas www.grotteiszuddas.com
Grotta Su Mannau FLUMINIMAGGIORE
La grotta di Su Mannau si trova nel territorio del comune di Fluminimaggiore nella Sardegna meridionale, in una zona facente parte di un ampio complesso carsico creatosi nel periodo Cambriano.
L’antro si snoda in due tronconi principali, su diversi livelli, originati da due corsi d’acqua sotterranei: il fiume Placido a sinistra e il fiume Rapido a destra. La lunghezza totale è di 8 chilometri ed il punto più alto è di 153 m. La parte visitabile è composta da numerose sale abbellite con concrezioni, stalattiti e stalagmiti (la più alta misura 11 metri), colonne che si innalzano fino a 15 m, cristalli di aragonite, laghi sotterranei.
Oltre che per turismo, la grotta è interessante anche sotto l’aspetto archeologico e scientifico. Al suo interno sono stati rinvenuti infatti i resti di alcune lucerne votive ad olio, di origine nuragica e manufatti di epoca fenicia e romana. Gli studiosi ritengono che anticamente fu un tempio ipogeico dove circa 3000 anni fa sacerdoti nuragici praticavano antichi riti legati all’ acqua sacra ed in qualche modo collegato al tempio di Antas non molto distante dalla grotta.
All’interno della cavità carsica si trova una peculiare fauna ed una specie endemica di un particolare isopode chiamato Stenasellus nuragicus, risalente al periodo miocenico. Altre particolari specie che abitano la grotta sono il diplopode Callipsus hamuliger e il chirottero Rhimolophus.
info: 0781 580411 google maps: Grotta Su Mannau www.sumannau.it
Grotta Santa Barbara
La grotta di Santa Barbara, è una grotta situata all’interno della miniera di San Giovanni di Bindua, frazione di Iglesias, nella provincia del Sud Sardegna. Venne scoperta per caso nel 1952 da dei minatori durante i lavori di scavo di un pozzo che avrebbe consentito di portare il materiale estratto da un livello all’altro della miniera.
Fino ad allora sconosciuta, perché nascosta all’interno della montagna, si apre tra lo strato rocciose di calcare ceroide e la dolomiagialla silicizzata, formazioni del Cambriano inferiore, risalenti a circa 500 milioni di anni fa. Il sito è raggiungibile attraverso un intricato sistema di gallerie sotterranee percorribili tramite un trenino che, attraversando la galleria posta a circa 150 metri sul livello del mare, dopo un percorso di 700 metri lineari dall’ingresso, conduce ad un ascensore che sale lungo un pozzo.
La vasta grotta ha tra le sue caratteristiche peculiari i cristalli tabulari di barite bruno scuro che ricoprono le pareti e le concrezioni semisferiche di calcite bianco candido con stalattiti e stalagmiti ricoperte da eccentriche di aragonite con colonne alte anche 25 metri formatesi nel corso dei millenni.
info: 0781 274507 google maps: Grotta Santa Barbara www.visitiglesias.it
Grotta di San Giovanni DOMUSNOVAS
Numerosi reperti sono stati rinvenuti all’interno della grotta, si tratta principalmente di cocci di vasellame, a testimonianza che la cavità era utilizzata come rifugio. A testimonianza di ciò sono anche i resti delle possenti mura preistoriche, che avevano lo scopo di chiudere fortificando gli ingressi nord e sud. Tali mura rimasero in piedi sino al XIX secolo, quando il conte Beltrami, si fece promotore della realizzazione di una strada carreggiabile, con lo scopo di facilitare il trasporto di materiale dalla vicina miniera di Sa Duchessa. Per la costruzione della strada si demolì anche la cappella di S.Giovanni, che si trovava all’interno della grotta in prossimità dell’ingresso nord, e che fu ricostruita nella valle accanto all’ingresso sud. La strada carrabile rendeva il fenomeno carsico interamente percorribile in auto, ma fu chiusa al traffico per preservarne le condizioni ambientali. La strada e l’impianto di illuminazione rinnovato, rendono la grotta interamente percorribile a piedi.
google maps: Grotta San Giovanni